mercoledì 22 giugno 2016



ALBERI  ANTICHI A SPRIANA E MILIROLO



Sulla sponda sinistra del fiume Mallero in Valmalenco si vedono bene le torri di Milirolo, piccolo borgo ormai disabitato nel comune di Spriana.
Esistono iscrizioni petroglifiche su una pietra che funge da architrave, forse conservata e messa in vista come si potrebbe fare con un vecchio ricordo del passato.  Andiamo a vederle in un giorno piovoso di tarda primavera quando le cime lontane si mostrano ancora imbiancate ogni mattina. La strada è facile, dopo il ponte sulle acque impetuose del torrente sale su un balcone naturale nel bosco. Chiesa cimitero e Municipio stanno insieme vicini come le case. 



Dove trovare la pietra? Meglio sarebbe farsi aiutare. Il nostro Virgilio si affaccia a una finestra e in un attimo la signora è lieta di accompagnarci insieme a un’altra incontrata mentre sta lavorando nell’orto.


Eccoci sul sentiero giusto e in un attimo siamo tra le torri di Milirolo, costruzioni compatte, alte e aperte a sorvegliare l’ingresso nella valle, forse del periodo Romano a giudicare dalla sezione quadrata. La nostra pietra è liberata dalle erbacce. Il segno è certo, come altri già visti in Valtellina. Si tratta di un piccolo “pitoto”, forse una figura femminile perché si erge su una base, simbolo di grandezza, di maternità. La figura ha una grande mano sinistra con tutte le dita, come espressione di forza e di potere. Intorno si trovano altri segni. Sono linee curve che sembrano un gentile ornato, forse aggiunto tardivamente in quanto la funzione della pietra è quella di chiudere la luce di un ingresso. Certamente chi ci abitava era una persona importante.



E’ comunque emozionante essere in mezzo alla storia del passato, un viaggio da oggi fino all’età del bronzo! Camminare dove si muovevano antichi popoli malenchi, quando la lunga storia della Valmalenco lasciava le prime tracce di una presenza dell’uomo. Ci sono anche in altri luoghi numerosi segni di coppelle, ma il loro significato è poco noto e ispirano meno la nostra immaginazione.
Ancora pochi passi, dopo la fontana, nel centro delle case sul sentiero che da Spriana indica la frazione più alta Agua si trova un grande masso erratico ben levigato dai ghiacciai millenari ormai scomparsi.



Più oltre nel prato di una casa è un meraviglioso spettacolo vedere le piante più antiche sporgere da vasi di minima altezza. Incontriamo un appassionato cacciatore e raccoglitore di piante antiche della Valmalenco. 






La più antica nata da una talea o forse da un seme malenco è un Gingo Biloba, quasi un fossile vivente! Inoltre ho visto un faggio robusto e dritto, un ginepro resistente e legnoso, un biancospino aggrappato alle sue molte radici, un larice sciabolato e indifferente al vento. Un intero giardino di alberi bonsai da oltre 50 anni vive in silenzio a Spriana in Valmalenco. Questi bonsai sono alberi antichi perché nella lunga selezione naturale hanno saputo conservare qualità indispensabili ancora oggi : resistono e vivono con minime risorse pochissima terra e pochissima acqua ogni giorno. Si accontentano. Sanno che possono farcela e vanno avanti sostenuti dalla qualità dell’aria di montagna. Rinunciano ai concimi agli ormoni alla genetica. Sfidano il mondo che cambia con umili qualità: essere essenziali e convinti di avere forze sufficienti per superare inverni freddi e gelati. Un vero record di bellezza naturale che un appassionato valligiano, ritornato a vivere sui luoghi della nonna, ci ha riservato.
Io ci sono stato pochi giorni fa. Andate anche a voi a vedere gli alberi antichi a Spriana e Milirolo.
















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